Emilia pensa a come sarebbe bello poter trovare dei nuovi amici proprio lì, nel condominio. Davanti alla porta d’ingresso c’è una borsa grande e nera. Emilia ne estrae un foglio di carta e una penna. Pensa che deve volere bene ai suoi pensieri, come le diceva il papà. Soprattutto a quelli del mattino, perché sono una nuova speranza.
Emilia è ferma davanti al grande palazzo. Con lei ha solo poche valigie e i suoi due adorati gatti. Dopo aver smarrito le redini della propria vita, è lì per ricominciare: una nuova casa e nuovi in*quilini da conoscere. Ma l’accoglienza che riceve non è quella che si aspettava. Emilia è stanca di saluti frettolosi e frasi di circo*stanza, e decide che l’unico modo per cambiare la situazione è suscitare la curiosità di chi passa ogni giorno davanti alla bacheca del condomi*nio. Proprio lì Emilia appende mattina dopo mattina un foglio con poche righe in cui raccon*ta sensazioni, ricordi, speranze. Senza rivelare la propria identità. Forse scrive per far sentire la sua voce in qualche modo. O forse per donare un po’ di gioia a chi rincorre la vita senza più sof*fermarsi sulle cose semplici. Ci deve essere qual*cuno che come lei ama il colore giallo, ricorda la bicicletta su cui da bambino gli sembrava di volare o ha timore di ciò che ha perso e che non trova più. Ma così non è. Fino al giorno in cui, accanto al suo messaggio, trova una figurina da bambini.
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