De Gothia (alias Stefano Galastri) era un medico (è deceduto da poco) e nel 1994 dattiloscrisse un documento intitolato Il sentiero non battuto. Lo scritto fu inviato con poca fortuna a qualche avvocato e a qualche giornalista. L’idea di base a quello scritto venne ripresa da Giuseppe Alessandri ne La leggenda del vampa, edito nel 1995 e poi da Nino Filastò nel suo monumentale Storie delle merende infami (2005). Il testo anonimo, dattiloscritto, accompagnato da una serie di immagini prese da locandine e fotogrammi di film, è inviato in particolare a un giornalista del Giorno, pregandolo di prenderne visione a patto di non rivelare il nome dell’autore. Dunque l’opera di De Gothia si ammanta di mistero, rimane inedita, non pubblicata, poco diffusa. Al centro dell’indagine l’operato del mostro di Firenze dal 1981. La tesi di De Gothia, alla base del suo affascinate scritto, è che la serie omicidiaria 1981 – 1985 sia stata scatenata dalla visione del film Maniac o dalle parti presentate nel trailer dell’Anica-flash, cancellando quella latenza misteriosissima che separava il delitto del 1981 da quello del 1974. Per De Gothia le analogie col film del 1980 sono elevate. Il manico del film americano si chiama Frank Zito (interpretato dal bravo caratterista Joe Spinell) e uccide ragazze scalpandole con un affilatissimo “cutter” (arma bianca molto usata nel thriller degli anni ’80, in particolare da Lamberto Bava nel suo La casa con le scale nel buio, altra piccola gemma impregnata dalla cappa di morte di quegli anni). Il film arriva nelle sale nell’ottobre del 1981 e il 22 ottobre c’è proprio il secondo omicidio di quell’anno ed è l’unica volta in cui l’omicida uccide per 2 volte nel medesimo anno, come per rispondere, ci spiega De Gothia, alle recenti stimolazioni della pellicola americana: Maniac asporta dei feticci dalle sue vittime femminili, esattamente come farà il mostro di Firenze, operando una novità sostanziale rispetto al delitto matrice del 1974 e in coincidenza con l’uscita dei film in Italia. Altre coincidenze di quel 1981 tra il film e il delitto di Roveta e Calenzano (i due sobborghi fiorentini): le coppiette in auto, di notte, in un posto isolato, la discoteca da cui esce una delle due coppie, esattamente come nella pellicola, la sopravvivenza, per pochi istanti, della ragazza rispetto al fidanzato, subito neutralizzato dal mostro. Il 22 ottobre è l’ultimo giorno di programmazione del film al cinema teatro Nazionale di Firenze; l’ultimo spettacolo inizia alle 22.30 e la scena del ponte di Verrazzano accade al 26° minuto. Intanto, alle 23 il mostro reale uccide parallelamente Stefano Baldi…
Attenzione! Non sei autorizzato a visualizzare questo testo / Solo gli utenti registrati possono visualizzare questo testo!