Al suo secondo libro in versi, Marcello Fois racconta la sopravvivenza e la sparizione di modelli di vita legati alle origini dell'uomo. I suoi sono poemetti antropologici che ripercorrono l'intero ciclo della civilizzazione umana attraverso i passaggi generazionali e i salti sociali che si sono verificati in età moderna; in Sardegna a partire dalla fine dell'Ottocento. Il verso è molto narrativo, con ritmo e tonalità mitico-ieratiche ma anche con spunti ragionativi; cicli di vita incommensurabili rispetto a una singola esistenza umana non provocano annichilimento della capacità di riflessione e discussione: quello di Fois è un ossimorico mito illuminista, apodittico-dialettico, fuori dal tempo e nella storia.
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