C'era una volta un ragazzo che aveva un cane pieno di pulci. Suo padre faceva il taglialegna e avviandosi all'alba verso il bosco con la scure in spalla e la merenda nel tovagliolo gli diceva: «Guarda di sorvegliare bene la casa, ma non avvicinarti al cane, che è pieno di pulci». Il ragazzo restava solo per l'intera giornata e guardava il cane, anche lui solo, che guaiva alla catena. Quando il sole ormai alto stava asciugando la rugiada, per la strada passavano i ragazzi più grandi del villaggio che conducevano le mucche a pascolare su in collina. In una mano tenevano il bastone e nell'altra la gabbia con dentro l'uccello da richiamo che avrebbe attirato stormi di lucherini e di cardellini a impegolarsi sulle panie scintillanti di vischio. «Perché non vieni con noi a uccellare?» gli dicevano e lui rispondeva che doveva badare al cane e alla casa. Un giorno che si era avvicinato di più a Fido, sempre smanioso di liberarsi dalla catena e corrergli dietro, si sentì beccare a una gamba.