Elizabeth Gaskell - Storie di bimbe, di donne, di streghe (1988)

 

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Si sa che i bambini (e le bambine), quando accusavano degli adulti di stregoneria, venivano creduti dalla loro comunità; le loro accuse innocenti avevano valore di prove. All' origine del terribile clima di sospetto che nel 1692 si scatenò a Salem, nella Nuova Inghilterra, ci fu appunto l' accusa di due bambine invasate, Hester e Abigail, come molti ricorderanno. L' accusato (dicono storici e antropologi) è quasi sempre una donna, membro subalterno di quella società, ma molto vicino e conosciuto; quasi sempre persona indebolita da un mutamento politico o sociale. Non è un caso che a Salem la prima a essere additata come strega sia una india divenuta serva in casa del pastore Tappau, padre delle bambine. Questi fatti sono ripresi da Elizabeth Gaskell nel racconto La strega Lois che apre il bel volume di cinque racconti Storie di bimbe, di donne, di streghe (Giunti editore, pagg. 254, lire 15.000, traduzione e introduzione di Marisa Sestito). Scritto nel 1859, il racconto narra di una fanciulla inglese, Lois Barclay che, restata orfana, sbarca nella Nuova Inghilterra, dove, proprio a Salem, è ospitata dalla famiglia di un fratello di sua madre. Una famiglia che apparirà subito delle più inquietanti: lo zio, malato e un po' andato di mente, è affettuoso ma muore di lì a poco; sua moglie è di quelle donne pie e soldatesche, inesorabili garanti della reputazione di famiglia, soprattutto di quella religiosa (è fieramente antipapista); il figlio Manasseh, cupo personaggio, fanatico, profeta delirante; la figlia Faith, piena di ostilità verso il mondo e soprattutto verso il pastore Tappau, che è riuscito a far cacciare il più giovane pastore Nolan, di cui lei è innamorata; e infine la figlia minore Prudence, una bambina orribilmente maligna, che per attirare su di sé un' attenzione pari a quella che avevano ottenuto Hester e Abigail, non trova di meglio che fingersi irrigidita come un pezzo di legno e indicare, fra gli spasimi, proprio nella mite e amorevole Lois la strega che l' ha in suo potere. Il clima circostante era adatto ad accettare subito ciò che le bambine inventavano. Quei coloni divenivano preda di ogni tipo di terrori, accerchiati com' erano da grandiose foreste, dalle fronde in movimento perenne, che sembravano adombrare nascoste presenze, e da orde d' indiani il cui aspetto saturnino e le cui pratiche magiche richiamavano il Maligno: il diavolo è dipinto, si dice così sin dai tempi antichi, osserva un personaggio; e non son forse dipinti questi Indiani proprio come il padre loro?. Il terrore genera nuovi terrori: e allora tormentoni di continui esami di coscienza teologici, attenzione a ogni minima anomalia come segnale della presenza del sulfureo nemico. Si aggiungano poi le tensioni interne alla stessa comunità dei coloni e si capirà perché Lois straniera e papista verrà condannata e impiccata senza che nessuno di quei puritani si levi a difenderla. Oltretutto, ciascuno vi trova anche il proprio tornaconto personale: la zia, che per nascondere la follia del figlio, ormai divenuta visibile, lo dice stregato da lei; Faith, che era gelosa di Lois per via di padre Nolan; Tappau, che si sente sconfitto dal ritorno di quest' ultimo. Insomma, vengono condannati quelli che in realtà non erano stati mai accettati: l' inglese Lois, il pastore Nolan, due serve indiane. Avverte il narratore: Il peccato di stregoneria. Per noi è argomento di lettura e di osservazione distaccata, ma a stento possiamo immaginare il terrore che provocava. Attraverso una vicenda immaginaria, l' autrice vuole indagare il fenomeno della caccia alle streghe; e ne esce una specie di trattato antropologico. Si ricostruisce il clima di sospetto simile a quello che ha alimentato tanta letteratura del mistero, nata dal senso di colpa che gravò sulle coscienze per generazioni, dopo i fatti di Salem: una letteratura che, passando per Nathaniel Hawthorne giunge fino a Howard Phillips Lovecraft, nel nostro secolo. Dei sinistri gatti di Hawthorne giunge un' eco all' orecchio della Gaskell: Alla menzione del gatto, il Consigliere Hawkins scosse la testa a lungo, cupamente.... O si tratta di una indicazione di appartenenza letteraria? Come molti scrittori del mistero, l' autrice è molto abile nel costruire le sue storie: butta lì delle anticipazioni in apparenza disinteressate, alcune contraddizioni, dissemina indizi che creano suspense e nello stesso tempo rendono logiche le conclusioni. Che non sono né liete né consolatorie; a volte neppure ci sono: si resta con una situazione indecifrabile che rimanda ancora una volta al mistero.