
Elisabeth Martini - Auguri un Par di Corna (2025)
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Il Natale e io non siamo mai andati d’accordo: lui brilla, canta e profuma di cannella; io brillo solo di occhiaie, stono pure sotto la doccia e con la cannella ci litigo da anni. La mia situazione attuale: trentasei anni, una laurea in storia antica con fissazione per la mitologia che vale meno di un gratta e vinci già usato, un ex che mi ha piantata via SMS la Vigilia – Merry Christmas, stronzone – e un’insofferenza cronica verso lucine, panettoni e playlist natalizie. Così, per sfogarmi, ho scritto un post intitolato Ventiquattro maledizioni per stronzi allegri. Doveva restare una cavolata tra me, il vino e Internet. Avrebbe dovuto farmi guadagnare due like e una risata. Adesso invece sono bloccata in un villaggio che sembra una cartolina natalizia psichedelica: neve ovunque, biscotti inquietanti e persino le tombole sono trappole infernali. E nel pacchetto deluxe c’è pure un falegname: parla poco, guarda troppo e ha mani che meriterebbero una voce dedicata su Wikipedia. Io volevo ridere del Natale. Adesso è il Natale che ride di me. E in mezzo a tutto questo c’è lui, con lo sguardo di uno che non promette regali… ma decisamente pacchi.