Eccoli, i veri indiani metropolitani: esperti come nessun altro in segnali di fumo e fumosità di linguaggio, padroni in pianta stabile dei pascoli più pingui, navigatori acrobatici delle rapide più impetuose. Sono gli uomini della Tribù di Moro Seduto. Contro di loro, Stefano Benni lancia i suoi strali. Giovane, Benni pratica la satira politica col talento di un Fortebraccio e con tutta l'insolenza della sua generazione. Niente calcoli, niente prudenze, bensì una danza ululante intorno alle sue teste di turco predilette, un gioioso gusto dell'irrisione, una verve scatenata perché nasce dall'ira.
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