«Lo sai, al galoppo e con le orecchie che ti vanno su e giù assomigli proprio ad un… cocker.» Che dolore! Dopo questa sua uscita non riuscii a rivolgere lo sguardo a Tom per tre giorni. Non che ci persi molto. Il vero dramma fu che non ebbi la forza di guardare me stesso e per molto più di settantadue ore. Quando mi imbattevo in uno specchio o nelle limpide acque del lago sviavo lo sguardo per il timore di vedere un Cooper cocker… un’immagine orripilante, ci si fidi della mia parola! E tutto questo solo perché ero andato leggermente in confusione. Insomma, ogni mattina alla comparsa di una delle amiche di Tom, ricordavo a me stesso: è una fanciulla, Cooper! Sì, ma che fatica!