Nel centenario della «disfatta» di Caporetto, un romanzo che, attraverso le indagini sulla misteriosa morte di Andrea Graziani, il «generale fucilatore» distintosi per la feroce brutalità verso i sottoposti, fa luce su una delle pagine più oscure della storia italiana.
La mattina del 27 febbraio 1931 i passeggeri del primo treno in transito sulla linea Prato-Firenze notano un corpo accasciato lungo la massicciata: è il cadavere di Andrea Graziani, classe 1864, luogotenente della Milizia volontaria, generale pluridecorato della Grande Guerra, grosso calibro del partito fascista. Come è morto il Graziani? È stato un suicidio? Una caduta accidentale? Un furto finito male? L’ispettore Ottaviano Malossi, classe 1899, inizia a scavare con prudenza, tra resistenze, false piste e pressioni dall’alto: bisogna fare presto, trovare colpevoli se ve ne sono, ma soprattutto consegnare quanto prima il corpo dell’eroe della Patria agli onori che il regime vuole tributargli.
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